Parliamo la lingua dell’informatica

Parliamo la lingua dell’informatica

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Cosimo Sansalone, responsabile I&CT, racconta una divisione in grado di aiutare tanto le aziende che necessitano di tecnici informatici quanto i giovani in cerca di occupazione. Il segreto? «Conoscenza del mercato, un approccio consulenziale e l’entusiasmo di chi ha la “scintilla” negli occhi»

 


Quando gli chiediamo di parlare del rapporto fra informatica e mondo del lavoro, Cosimo Sansalone è un fiume in piena. 53 anni, una carriera trascorsa quasi interamente in questo settore (fatta salva una breve parentesi nella Grande Distribuzione), negli anni Cosimo ha acquisito le competenze giuste per affiancare i giovani che si affacciano sul mercato del lavoro, così come le aziende che hanno bisogno di un tecnico da inserire nel loro staff. Il profilo ideale, insomma, per guidare una divisione Information & Communication Technology: a questo deve aver pensato Openjobmetis quando, nel 2011, ha deciso di portarlo a bordo, chiedendogli di tenere a battesimo un ramo aziendale nato con lui.

La squadra migliore

Ancora oggi il ricordo di quei giorni è nitido nella memoria di Cosimo, che fa risalire ad allora le origini dell’attuale successo dell’I&CT. «Quando l’azienda aprì alla creazione di una divisione specializzata in questo ambito, l’AD Rosario Rasizza ha scelto di cercare sul mercato una figura già formata, che potesse iniziare subito a vele spiegate. I patti erano chiari: io avrei avuto carta bianca, e dopo un anno sarei stato valutato per i risultati. Se siamo ancora insieme dieci anni dopo, evidentemente le cose non sono andate così male» scherza Cosimo. Proprio la libertà di manovra è uno dei motivi che hanno permesso alla divisione di crescere: «Non ho mai avuto ostacoli nella scelta delle risorse, e questo è un segno di intelligenza: quando nomini un responsabile, ti devi fidare delle sue valutazioni. Così in questi anni ho sempre potuto portare a bordo persone nuove; oggi siamo in sei, mentre all’inizio eravamo solo io e un collaboratore esterno. È un gruppo di persone che si completano l’un l’altra, in cui ognuno ha la sua specializzazione, ma tutti insieme remiamo nella stessa direzione». Insomma, una struttura che, seguendo naturalmente le direttive dell’azienda, ha l’autonomia di organizzarsi il proprio lavoro, compresa la valutazione iniziale: «Quando portiamo a casa un progetto, ci lavoriamo tutti senza distrazioni, e in questo modo il risultato è migliore. Siamo anche disposti ad accettare un progetto in meno, pur di dedicare il giusto impegno a tutti gli altri. Sono felice di quello che è stato creato in questi anni: ho la migliore squadra che si possa desiderare».

L’approccio di un consulente

Quella dell’I&CT – divisione che, in estrema sintesi, si occupa di formare e collocare tecnici informatici –  è la storia di una crescita costante nel tempo, favorita dalle partnership con enti e società con cui la collaborazione prosegue anno dopo anno. «Quanto un cliente si rivolge a noi, si accorge che parliamo la sua stessa lingua, che siamo specialisti, mentre spesso i competitor scelgono figure generaliste – prosegue Cosimo Sansalone –. Quello che ho in mente è un approccio di tipo consulenziale: dobbiamo far capire al cliente che conosciamo il mercato e che sappiamo trovare in autonomia la soluzione adatta a lui. A volte persino un “no” gli può far comprendere che siamo le persone giuste con cui collaborare». Un altro dei plus di Openjobmetis agli occhi delle aziende è senz’altro la capacità di organizzare docenze di alto livello su ogni possibile argomento, vero punto di forza anche dell’I&CT, così da soddisfare tanto i clienti quanto i corsisti: «Le regole di ingaggio cambiano a seconda dei casi. Se un’azienda ci chiede di formare figure professionali che altrove è difficile collocare, vogliamo qualche garanzia in più sulle assunzioni a fine corso, cosa che non è necessaria con le specializzazioni più richieste dal mercato».

La scintilla negli occhi

Quello delle figure più o meno richieste dal mercato è un tema centrale, su cui Sansalone insiste molto. «È naturale che un ragazzo si indirizzi verso una specializzazione più vicina ai suoi interessi, ma quando si progetta il proprio futuro bisogna anche fare i conti con la realtà. Ad esempio, sulle principali piazze italiane c’è abbondanza di sistemisti networking, mentre è difficile trovare esperti di cyber security: perché un ragazzo non dovrebbe tentare quest’ultima strada? Avrebbe molte più possibilità di trovare lavoro. È quello che cerchiamo di far capire loro. Le opportunità ci sono, e ci saranno ancora di più nei prossimi anni; il mio consiglio è di essere sempre aperti a soluzioni magari non previste. E poi, tenere sempre viva la fiamma della curiosità. Il settore informatico accelera in modo vertiginoso, e le nuove figure nascono alla velocità della luce: se non sei capace di aggiornarti continuamente, di migliorare le tue skill, dopo un anno rischi di essere superato».

Quando gli chiediamo qual è la cosa che gli dà più soddisfazione di questo lavoro, Cosimo Sansalone non ha grossi dubbi: «Vedere la scintilla negli occhi di un giovane durante un colloquio, una scintilla che magari lui stesso non sa di avere e che tu gli permetti di tirare fuori». E per spiegarsi meglio, ricorre a un aneddoto: «L’anno scorso, in occasione di un’intervista analoga a questa, ho fatto partecipare alcuni ragazzi che avevano seguito i nostri percorsi formativi in passato, e che ora hanno un impiego stabile. I racconti di alcuni di loro mi hanno davvero commosso: c’era chi, per seguire il corso, arrivava da un paesino lontano, ha potuto pernottare in città alcuni giorni grazie al nostro sostegno, ha trovato lavoro e ora, dopo un anno e mezzo di attività, è diventato a sua volta un docente in grado di trasmettere le sue conoscenze. Il pensiero di essere stato la persona che gli ha letto nello sguardo queste capacità mi gratifica molto. È la stessa scintilla che vedo anche negli occhi dei membri del mio team: spesso i clienti mi dicono che parlare con loro è come parlare con me, e non stento a crederci».