Sul lavoro (presso la filiale Family Care di Padova, dove si occupa di assistenza domiciliare e ospedaliera per le persone più anziane) e nella vita privata, Alessandro Degan ha messo la famiglia al centro dei suoi progetti. In entrambi i casi, una scelta che lo ha ripagato.
«Quando vai da un avvocato o da un medico non gli chiedi di essere empatico: gli chiedi di darti i suggerimenti giusti per risolvere i tuoi problemi. È anche la mia filosofia». Un paragone che dice già molto del modo in cui Alessandro Degan, della filiale Family Care di Padova, interpreta il proprio lavoro. Alessandro non è un avvocato, né un medico, ma anche le persone che vanno da lui hanno un problema da risolvere; e spesso sono problemi che creano difficoltà, disagio, persino dolore in chi li vive. In questi casi, assicura lui, niente vale quanto la preparazione professionale. «È vero, a volte sono poco empatico, ma in compenso penso di essere bravo ad ascoltare i clienti, a capire le loro esigenze: è questo il primo passo, il più importante, per tradurle in soluzioni». La sua esperienza, lavorativa e di vita, fanno il resto.
Un passaggio naturale
Per tutta la carriera, Alessandro Degan si è diviso fra l’ambito commerciale e il mondo delle risorse umane, due rami che hanno trovato una perfetta sintesi in Family Care. Ma, mentre la propensione al commerciale gli è sempre appartenuta, nelle Risorse Umane si è trovato quasi per caso: «Nel 1997 sono stato assunto per vendere le inserzioni per la ricerca di personale sulle pagine di Repubblica e di altri giornali locali dello stesso Gruppo. Era una lotta impari con il Corriere della Sera, che allora dedicava venti pagine alle inserzioni, ma mi ha fatto scoprire la passione e l’interesse per questo ambito». Per la prima volta Alessandro entra in contatto con uffici del personale e società di ricerca e selezione, tanto da convincersi a frequentare un master in Risorse Umane, un percorso fondamentale per la sua carriera, progredita negli anni a seguire nel settore della consulenza nelle risorse.
Ancora più cruciale il passaggio, nel 2010, in una cooperativa sociale dove si occupava proprio di organizzare il servizio di badanti, un tema con cui già nel 2008 era stato costretto a misurarsi anche nella vita privata (tanto che lui lo definisce “un passaggio naturale”). È qui che acquisisce una lunga esperienza nel settore ed è qui che conosce due figure che poi ritroverà in Openjobmetis: Pietro Di Brizio e Danilo Arcaini. L’ingresso nel gruppo OJM è dietro l’angolo.
Forma e sostanza
Siamo all’inizio del 2020: «L’azienda cercava una figura con competenze commerciali, e io facevo al caso loro. Come prima cosa, ho cercato di portare in dote il rapporto con alcuni partner che conoscevo dalle mie esperienze precedenti. E poi ci ho messo tutta la professionalità che avevo: a Padova si concentrano molte agenzie, è un mercato competitivo, e per farti valere devi saper comprendere l’interlocutore e interpretare le sue esigenze. Probabilmente il mio punto di forza, in questo senso, è proprio aver vissuto situazioni assistenziali nel privato: questo mi fornisce un approccio consapevole».
Una ricetta che ha dato i suoi frutti: oggi la filiale di Padova è punto di riferimento in città per chi ha bisogno di un'assistente familiare, e Alessandro è perfettamente integrato nel team. «Qui siamo in cinque, ognuno con una competenza diversa; io mi occupo prevalentemente di curare il rapporto con i clienti. Sono veramente contento, sono entrato in un’azienda ben organizzata che mi piace molto. Io provengo da una realtà in cui le procedure non erano così rigorose, ma riconosco l’importanza della “forma” e ritengo che, per lavorare bene, servono delle procedure ben definite».
Al loro servizio
La cosa più importante, nell’ambito dell’assistenza domiciliare, resta comunque la relazione con le persone che richiedono il servizio, e questo Alessandro Degan lo sa bene. «I primi tempi, quando guardavo le persone che si rivolgevano a me, vedevo lo stesso atteggiamento che avevo io quando andavo all’ufficio postale – scherza –: erano nervosi, impazienti, ti chiedevano una soluzione rapida. Ma ho capito presto che queste persone stavano attraversando momenti di estrema difficoltà: avevano un problema che impattava sui loro affetti, sulla loro serenità, oltre che naturalmente sul loro budget familiare. Dovevo mettermi al loro servizio. Imparare ad ascoltare, così da capire anche i bisogni che non mi avevano espresso esplicitamente. E poi, dare la soluzione giusta. Dall’altro verso, ho anche il compito di far capire a queste famiglie l’importanza del lavoro di una badante, il valore di questa figura, a cui spesso non si pensa».
Insomma, si potrebbe dire che, per Alessandro Degan, la famiglia è la vocazione della vita, e non solo di quella professionale. Quando gli chiediamo di raccontarci qualcosa della sua sfera privata, la sua mente corre istintivamente alla moglie e ai figli: «La verità è che la mia passione è stare con la famiglia. I momenti migliori per me sono le serate passate insieme, o i piccoli viaggi sul nostro camper. Per il resto, posso dire che mi rilassano molto i piccoli lavori manuali, ad esempio riparare una delle mie sette biciclette – che uso pochissimo, perché in realtà sono un falso sportivo (ride, ndr). Mi piace anche il legno, è un materiale che mi invoglia alla lavorazione (recentemente ho costruito una scala…). Chissà, magari, in altri tempi, potrei anche essere stato un ottimo falegname».