16-09-2019

Trasformiamo difficoltà in opportunità

Corium

Corium – società del gruppo Openjobmetis che ha come core business l’Outplacement (ma non solo) – affronta i cambiamenti del mercato del lavoro con un approccio fluido, multidisciplinare e orientato all’innovazione.


Nel 1986, insieme a Dbm Italia, ha “inventato” il servizio di Outplacement in Italia. Oggi Corium – dal 2013 nel gruppo Openjobmetis – è una società ad alto contenuto di innovazione. A un mercato del lavoro che si evolve continuamente e con rapidità, l’azienda risponde infatti con le Card, un nuovo approccio che permette di avere maggiore discrezionalità nell’accesso al servizio di ricollocamento. In pratica, visto che la maggior parte dei percorsi di Outplacement trova un primo approdo entro i primi sei mesi dei dodici previsti, Corium suddivide l’anno in due distinti periodi di sei mesi, lasciando alla persona la possibilità di “spendere” il secondo semestre nell’arco dei successivi tre anni. Questa modalità di fruizione fluida vuole ovviare al fatto che il primo sbocco dei processi di ricollocamento non è sempre quello più giusto, o comunque può mostrare a distanza di tempo dei problemi di fronte ai quali la persona ricollocata non deve essere lasciata sola. La Card è inoltre cedibile ai familiari stretti del beneficiario. 
Corium inoltre ha lanciato altre due Card, non direttamente collegate al core business dell’Outplacement: la Pink Corium Card, che offre percorsi personalizzati di coaching alle neomamme che rientrano al lavoro, e la Green Corium Card, legata al welfare aziendale, che offre ai dipendenti delle aziende l’opportunità di accedere ad alcuni servizi, tra cui cinque sessioni di orientamento per i figli in cerca di prima occupazione. 

Un processo delicato
Il cliente tipo di Corium è una multinazionale o comunque un’azienda con un ufficio Risorse umane ben strutturato, abituata a dare valore alla ricollocazione delle persone che non lavorano più al proprio interno. A rivolgersi più spesso a Corium sono le aziende appartenenti a settori come il farmaceutico, il credito e l’IT.
Ma come funziona, esattamente, questo lavoro? L’Outplacement è un processo estremamente delicato, che chiama in causa sia competenze professionali che fattori emotivi. «Non sarebbe sufficiente, e neanche corretto, limitarsi a dire ai candidati “vi troviamo un altro lavoro”», spiega Alessio Mondaini, Sales Director di Corium. «È necessario il coinvolgimento dell’interessato, con il quale lavoriamo a quattro mani per esempio sul bilancio delle competenze e sull’identificazione degli obiettivi, finendo per toccare anche corde che hanno poco a che fare con il contesto strettamente lavorativo. Non a caso la maggior parte dei nostri consulenti sono psicologi del lavoro e hanno frequentato dei master in coaching».

Questione di cultura
Ma l’ostacolo maggiore in un percorso di Outplacement si incontra prima che questo inizi, e ha a che fare con la mancanza di cultura delle aziende e delle persone coinvolte nel processo. «La cosa in assoluto più difficile – prosegue Mondaini – è far capire che il nostro servizio può rivelarsi molto utile nel trasformare una difficoltà in opportunità. Spesso ci troviamo a operare in momenti altamente conflittuali, come le crisi aziendali o le fusioni, e questo toglie lucidità alle parti, non solo alle aziende e ai candidati ma anche alle rappresentanze sindacali. Così, spesso si finisce per rinunciare a opportunità interessanti, preferendo concordare con l’azienda una “buonuscita”». 

“Non siamo una commodity!”
Quali le soluzioni, allora? “Le aziende non dovrebbero utilizzarci solo nelle emergenze, ma anche nei casi di normale turnover aziendale. Capita, infatti, che anche in assenza di eventi traumatici un certo numero di persone debba uscire dall’azienda. Poter lavorare e ottenere dei buoni risultati con queste persone ci consentirebbe, nei momenti di crisi, di essere già conosciuti e apprezzati, anziché apparire all’improvviso come dei corpi estranei poco affidabili. Purtroppo però molte aziende continuano a considerarci una commodity, cui attingere solo nei casi di stretto bisogno. In un’ottica di maggiore continuità, invece, noi caldeggiamo anche un maggiore ricorso al nostro servizio di inplacement. Avendo a che fare con lavoratori in cerca di ricollocamento – e con il relativo network di intermediari nel mercato del lavoro – siamo in grado di offrire un aiuto alle aziende anche nel momento in cui sono alla ricerca di personale».