«Valorizziamo il potenziale di apprendimento»
Attraverso inedite strategie formative e percorsi di inserimento di ampio respiro, la divisione I&CT di Openjobmetis soddisfa le esigenze delle aziende in un settore in cui spesso si fatica a trovare le risorse dotate delle giuste competenze.
Benché il core business di un’agenzia per il lavoro sia la somministrazione, la divisione I&CT di Openjobmetis ha sempre dato molta importanza alle attività di formazione. Ciò deriva soprattutto dalle particolarità del settore, in cui si avverte più che in altri il gap fra istruzione e competenze richieste dalle aziende, con la conseguente difficoltà di queste ultime a trovare i profili richiesti. Tale è la scarsità di offerta, che a volte le aziende accettano di riconoscere a certe risorse delle retribuzioni notevolmente superiori a quelle adeguate al loro livello. Cosimo Sansalone, responsabile della divisione I&CT di Openjobmetis, inquadra così la situazione: «Assistiamo in questo settore a un fenomeno contrario a quello consueto. Le aziende, qui, contrariamente a numerose altre realtà che cercano alternative all’assunzione a tempo indeterminato, spingono proprio per questa soluzione; temono, infatti, che il profilo tanto faticosamente ricercato possa trovare posto altrove».
Assunti prima della formazione
Risulta quindi chiara l’importanza della formazione. E, di conseguenza, assume particolare rilievo la novità che ha interessato la divisione I&CT di Openjobmetis nel corso del 2019. «Siamo la prima agenzia per il lavoro a partecipare a un percorso IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica superiore, ndr) assumendo i corsisti già dall'inizio del tirocinio, in un’ottica innovativa di alternanza scuola-lavoro» spiega Cosimo Sansalone. «Si tratta di percorsi della durata di circa un anno, che prevedono stage e tirocini in azienda. Il grande elemento di novità rispetto a quanto accadeva finora è che la risorsa è assunta dall’azienda all’inizio del percorso formativo. Ci crediamo: pensiamo che questo sia il futuro, anche grazie agli sgravi fiscali che spingono le aziende a puntare su questa soluzione».
Questa “rivoluzione copernicana” (assunzione prima della formazione specialistica) accende un faro sul processo di selezione, che diventa più che mai cruciale. «La nostra selezione – prosegue Sansalone – in questo caso non avviene sulla base delle competenze tecniche. Ciò che cerchiamo è, soprattutto, il potenziale di apprendimento. Tanto per capirci: se si presenta un presunto “guru” che non ha orecchie per sentire, non ci interessa». Assumono dunque centralità le soft skills¸ e in particolare la capacità di imparare, in un mondo del lavoro in cui le competenze specialistiche necessitano di modifiche e aggiornamenti sempre più frequenti e in un settore come l’I&CT in cui la tendenza verso l’apprendimento costante è particolarmente pronunciata.
Aziende lungimiranti
Detto della centralità del processo di selezione iniziale, per la piena riuscita del percorso non si può certo trascurare l’importanza della formazione in sé e il ruolo dell’azienda, che affianca il neoassunto e lo inserisce gradualmente nella propria realtà. «Non tutti credevano possibile la partecipazione di un’agenzia per il lavoro a un percorso IFTS» racconta Cosimo Sansalone. «Se questa ipotesi è diventata realtà, lo dobbiamo anche alle aziende nostre clienti che hanno la lungimiranza di investire tempo in operazioni di questo tipo. È chiaro che non sempre c’è il tempo per aspettare un anno, ma con i clienti che ci chiedono una risorsa “per ieri” si lavora male. I risultati migliori si ottengono invece costruendo progetti più a lungo respiro in cui, per esempio, si pianificano venti inserimenti nel corso di un anno».
Ma quali sono i profili più richiesti? «Il mercato in questo momento richiede soprattutto sistemisti DevOps, esperti in cybersecurity, UX designer, front end developer, sock analyst, application developer. Full stack developer e web developer sono due evergreen. I sistemisti Linux continuano a essere richiesti, mentre i sistemisti networking Cisco stanno tornando in voga in ambito security».
Se queste sono le figure più richieste, Openjobmetis si concentra anche su altri profili. «Cerchiamo, fra gli altri, QRadar specialist, che sono abbastanza rari. Ci sono poi tecnologie “vecchie”, ma ancora in uso, per cui si pone un problema di ricambio generale: gli “storici” vanno in pensione e non c’è gente pronta a sostituirli. È il caso, per esempio, di z/OS e Cobol. Questi linguaggi non rappresentano certo il futuro, ma il presente in parte lavora ancora sul passato».
Qual è il futuro, invece? «Un grande tema per l’immediato futuro, ma possiamo dire anche per il presente, è la cybersecurity. L’attuale sistema di regole fa sì che anche le aziende piccole, presto, si dovranno dotare di una figura interna di questo tipo, perché la perdita dei dati si può tradurre in un costo ingente e non preventivabile. Le altre tendenze più interessanti sono la metodologia agile e il machine learning. La meccatronica è una prospettiva più di lungo periodo, perché presuppone prima lo sviluppo dei precedenti due temi, di cui rappresenta la parte finale».
Infine le figure legate ai Big data, come i data analyst e i data scientist. «Si tratta di figure consolidate» conclude Sansalone, «ma non rientrano nei nostri interessi primari perché si prestano a una modalità di reclutamento one to one e non a una formazione con grandi numeri: una singola azienda, infatti, può avere bisogno anche di svariate decine di sviluppatori, ma di figure di questo tipo ne cercherà al massimo due».