09-12-2019

Diversità a 360 gradi

diversity

Il tema della valorizzazione delle differenze in azienda riguarda una grande varietà di categorie. Si evolve l’approccio e cresce lo spazio grazie anche alla figura del diversity manager. Openjobmetis fa valere il suo know-how agendo con stile pragmatico e inclusivo. Diversità a 360 gradi. Se l’unica area di diversity oggetto di una normativa lavorativa specifica è quella della disabilità, con la legge 68/99 che istituisce e regolamenta le categorie protette, oggi nelle aziende si parla di diversità in un senso molto più ampio, e il tema sta assumendo crescente rilevanza.

 


Pari opportunità fra donne e uomini, età, etnia, convinzioni religiose, orientamento sessuale sono solo alcune delle declinazioni dell’argomento principale. Ma l’ampliamento non riguarda solo le categorie di persone, bensì anche – forse bisognerebbe dire soprattutto – l’approccio. Infatti, non si tratta semplicemente di “integrare il diverso” in un’ottica d’aiuto, ma di favorire la massima varietà di punti di vista in azienda, considerandola una risorsa in grado di portare benefici a svariati livelli. Molti studi nel campo delle risorse umane dimostrano come un’azienda che include la diversità tra i suoi tratti distintivi sia un’azienda più competitiva, sia perché l’ampiezza di punti di vista rende più creativi e consente di essere più vicini ai clienti, sia perché lavorare in una realtà di cui si condividono determinati valori aumenta la produttività.

Una figura professionale specifica

La diversity, così intesa, trova spazio soprattutto nelle grandi aziende. «Le multinazionali – per sensibilità ma anche per motivi pratici di struttura e fatturato – sono le imprese che riescono a dedicare alla diversità specifiche dotazioni di bilancio e, sempre più spesso, anche una figura professionale specifica: il diversity manager», spiega Laura Piccolo, Direzione Commerciale di Openjobmetis. «È un profilo emergente, che ha dei punti in contatto con un’altra figura nell’ambito delle risorse umane: il welfare manager. Il terreno comune è quello dell’attenzione alla persona dentro e fuori dal contesto organizzativo».

Disabilità: una vecchia legge e una nuova cultura

Con uno sguardo ampio e attento alle varie sfumature del tema, Openjobmetis continua a presidiare, attraverso la sua divisione specializzata Diversity Talent, l’ambito in cui può vantare lunga esperienza e un know how specifico: il disability managementCome detto, la base giuridica è la legge 68 del 1999 con successive modifiche, che prevede l’assunzione obbligatoria di persone con disabilità da parte di aziende con 15 o più dipendenti. «È una legge che ha dei limiti e probabilmente è superata, ma ha avuto e continua ad avere una sua utilità, sia per i suoi effetti diretti sia perché ha rappresentato un contributo al dibattito e alla riflessione» sostiene Laura Piccolo. «Naturalmente la questione non può esaurirsi in un obbligo di legge. Sono dell’idea che il progresso in questo campo vada perseguito più per via culturale che per via normativa. Come per le quote rosa, è difficile imporre con una legge un principio se questo non è ancora radicato nella società. È però vero che da qualche parte si deve pur iniziare, e che gli interventi normativi spesso hanno anche un effetto di sensibilizzazione».

L’approccio di Openjobmetis

Qual è l’approccio di Openjobmetis nei confronti del collocamento di persone con disabilità? «Analogo a quello adottato per le altre persone» risponde Laura Piccolo. «Non partiamo dall’appartenenza alle categorie protette o dalla valutazione della disabilità ma dal profilo ricercato: semplicemente, ci interessa trovare la persona giusta per quel posto». Un altro elemento che caratterizza Openjobmetis rappresentando un suo valore aggiunto è il lavoro di consulenza svolto dopo l’inserimento. «Anche questo è un tratto comune a tutti i nostri interventi – precisa Laura Piccolo – ma per forza di cose assume una rilevanza ancora maggiore nel caso di lavoratori con disabilità. Abbiamo appositi strumenti formativi a supporto di questa tematica. Il vero tema è aiutare i colleghi a valorizzare quella diversità e a non ritenerla in alcun modo un alibi». Un approccio inclusivo nei confronti della disabilità, questo, che Openjobmetis adotta anche al proprio interno. E con gli altri temi afferenti alla diversity, ageing e gender, ad esempio? «Il primo è un argomento che affronteremo in futuro, perché la nostra, oggi, è un’azienda che ha un’età media ancora bassa», conclude Laura Piccolo. «Riguardo al gender, la nostra situazione è molto diversa da quella di molte aziende italiane: l’85% del nostro personale è costituito da donne, con una distribuzione omogenea per genere anche nei profili professionali più alti».