ESPERIENZA ALL’ESTERO: QUANTO CONTA NEL CV?

ESPERIENZA ALL’ESTERO: QUANTO CONTA NEL CV?

Do you speak english? O francese, tedesco, spagnolo… è cosa risaputa: avere dimestichezza con una o più lingue straniere impreziosisce il proprio pacchetto di competenze. Sono moltissimi gli ambiti lavorativi dove questa specifica skill è espressamente richiesta. E ancora di più i ruoli per i quali, nello scandagliare una moltitudine di CV, ai recruiter cade l’occhio sulle eventuali esperienze all’estero del candidato.

Hai partecipato al programma Erasmus per studenti all’estero durante il tuo percorso universitario? Hai trascorso periodi più o meno lunghi di vacanza-studio? O hai lavorato oltreconfine proprio nell’ottica di perfezionare una lingua?

Tutte scelte di vita che rappresentano un valore aggiunto nel momento in cui ci si mette in gioco sul mercato del lavoro. Non solo dal punto di vista delle hard skills, nel caso specifico la padronanza di una lingua, certificata o comunque dimostrabile, ma anche e soprattutto nell’ambito delle soft skills.

Quante competenze trasversali hai allenato all’estero? Più di quante immagini!

 

Alcuni esempi:

  • Autonomia e adattamento
  • Problem solving
  • Flessibilità mentale
  • Capacità di relazione
  • Orientamento al risultato

Tutte caratteristiche che fanno bella figura in un CV, ma attenzione: non buttate lì a caso in un mero elenco che dice realmente poco! Bensì contestualizzate, cioè riferite a specifiche situazioni vissute, che puoi argomentare anche in sede di colloquio: ecco dove un’esperienza all’estero può concretamente far risaltare il tuo profilo. Soprattutto se sei alle prime armi e non hai esperienze di lavoro significative da mettere in luce.

In conclusione, se ne hai la possibilità, provaci! Un periodo lontano da casa è una prova per sé stessi e un arricchimento culturale che ci si porta dentro per tutta la vita. Indipendentemente dalle scelte professionali.

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